IL RICORDO |
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RADIO TIRANO
"RENZO ANTAMATI: UN ARTISTA DI NOME
PASSIONE" Testimonianza di Pietro Maletti* trasmessa il 2 aprile 1986
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Tirano - Aveva 86 anni
ma, nonostante l'età e la vista parecchio indebolita, il maestro Renzo Antamati
lavorava ancora. Si è spento il giorno
28 Marzo, un venerdì particolare: il Venerdì Santo. (...) Cerchiamo qui di
ripercorrere in breve la vita di Renzo Antamati, dal punto di vista del suo
lavoro di artista che è quello che giustamente, essendo un uomo d'arte, ha
indirizzato tutta la sua esistenza. La ditta Antamati
inizia attivamente ad operare a Tirano nel 1880. Renzo, che nasce il 18 Dicembre 1900, è dunque figlio d'arte (...) Il padre Giuseppe fu un valente artigiano; tanto da conquistare un ambito riconoscimento partecipando ad una mostra artigiana che ebbe luogo a Como. Ben presto il figlio
riesce a raggiungere il suo sogno: avere una bottega tutta sua dove poter
realizzare tutte le opere secondo il proprio gusto; secondo le
proprie inclinazioni (... Diceva Paolo Arcari
nel suo scritto: "Da artigiano ad artista" pubblicato in
"Valtellina e Valle Spluga" dell'ottobre/novembre
1949: (segue la lettura dell'articolo). Il maestro Antamati
lavora, lavora continuamente guidato da quella passione per la sua manualità,
per la sua capacità di trasferire il desiderato dalla mente alle mani e poi
alla materia; lavora con una passione che non fa sentire il tempo che passa, (...)
ed è quella stessa passione che lo muove ancora, qualche
giorno prima della sua scomparsa. Il suo lavoro, la sua
arte ereditati dal padre, hanno radici profonde nella nostra terra, nella terra
alpina e ciò ci richiama quel che scrive il professor Renzo Sertoli Salis in
"Tirano (inter amnes)"
pubblicato sul "Il Tiranese" sempre del
marzo 1976: (segue la lettura del brano). La produzione del
maestro tiranese (...) è strettamente, intimamente legata alla Tirano non solo dei
suoi anni, ma anche alla Tirano gonfia di storia, di avvenimenti travolgenti e
rimarcanti la storia futura. Legame particolare ha
con (...)
Ma le opere di Antamati non si fermano a Tirano (dove ricorderemo ancora, ad
esempio, i tre pannelli di La pesca miracolosa appesi sulla facciata della casa parrocchiale,
o il Cristo implorante in tondino di ferro battuto, nella cappella
dell'Ospedale civile) ma vanno oltre, a volte anche molto lontano. Ad esempio il ritratto a sbalzo, che egli fece e regalò, nel 1943, al generale Guisan, comandante in capo delle forze armate svizzere, quando Renzo si trovava in Campo Internati presso Lucerna. Ecco quel che il 1° Ufficiale d'ordinanza dello Stato Maggiore
particolare del Generale, scrisse, a nome di Guisan,
ad Antamati: (segue la lettura della missiva). Un altro lavoro,
questa volta in peltro, andò addirittura a Roma e ad un personaggio
particolare; infatti i lavoratori valtellinesi
inviarono,. nel 1956, un
piatto in peltro raffigurante
chiese valtellinesi (fra le quali il Santuario tiranese) al Papa, in occasione
dell'ottantesimo genetliaco. Ma negli stessi anni
di internamento in Svizzera, Antamati ebbe molti amici fra i quali, e come suo
aiutante, quello che diventerà il grande cantante
lirico Giuseppe Di Stefano. Ma nel suo album egli conserva molti altri ricordi; leggo ad esempio: "A Renzo Antamati con ammirazione per l'eccellenza della sua arte - Gennaio 1964 - Generale di Corpo d'Armata Giacomo Lombardi"; oppure leggo ancora i complimenti per un premio assegnato, di un noto valtellinese sportivo, e tiranese per di più: Egidio Vido. Qui inizia l'elenco dei riconoscimenti ufficiali, moralmente assai appaganti, che Renzo Antamati ottenne nel corso della sua vita; vediamone alcuni: (segue la lettura di alcune lettere di apprezzamento) (...)Dice ancora di lui il
nostro autorevole concittadino Paolo Arcari, dal
quale prenderà nome "Ecco
i frutti di un'armoniosa convivenza dell'artigiano e dell'artista; ecco l'amore
del lavoro sbocciare, con seria meditazione, con trepida costanza nell'amore
del bello; ecco nella giornata dell'assidua e proba fatica illuminarsi di gioia
segreta nobilissima l'ora avventurata che consente di esprimere e di affermare
un ideale di grazia" (da: "Valtellina e Valle Spluga" -
ottobre/novembre 1949). *Pietro Maletti, giornalista tiranese ed operatore culturale, organizzatore di vari eventi i più importanti dei quali legati alla Madonna di Tirano. |
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