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L'ATTIVITÀ

Durante l'apprendistato nella bottega paterna, Renzo Antamati si dedicò - nel tempo libero - a lavori di sbalzo e cesello sui metalli più vari (ferro, rame, peltro, ottone), scoprendo così quella che si rivelerà la sua vera vocazione.

I lavori di quel periodo figurano (non indegnamente) tra i capolavori della Basilica di Tirano.

 

Dopo la pausa della guerra -  con l'internamento in Svizzera, quando non smise comunque di trattare i metalli, trasformando ad esempio monete d'argento in spille o eseguendo ritratti con materiali di risulta - aprì una "bottega" sua e si dedicò esclusivamente a lavori artistici (suppellettili, ritratti, pannelli).

 

Grazie ai consigli di illustri maestri, mise a punto una modalità di lavoro nuova che, superando i limiti imposti dalla tecnica del "piombo e pece", gli consentì di realizzare sbalzi in rame di grandi dimensioni, che stupirono i critici.

 

Chiuse "l'officina" nel 1969, dopo aver avviato all'arte i suoi "giovani di bottega", che proseguiranno l'attività in proprio.