IL RICORDO

da “Il Tiranese” settimanale  – N° 14 del 6 aprile 1986, pagg 1-3

 

Ci ha lasciati venerdì scorso

 

RICORDO DI RENZO ANTAMATI

 

Nel pomeriggio di sabato, sabato santo, abbiamo accompagnato Renzo Antamati nel suo ultimo viaggio terreno. Si era spento nella quiete serena della sua casa il giorno precedente.

Non abbiamo accompagnato solo una persona che ci era cara, di cui a tutti erano note la gentilezza e l'affabilità, la ricchezza di umori e di serenità, una persona veramente unica anche sul piano umano, ma vi era anche la consapevolezza di un'altra perdita: la scomparsa di un artista che, con il suo leggendario bulino ha lasciato un segno molto importante nella storia dell'arte. Si può dire che su Renzo Antamati si sia scritto molto, è vero, ma sempre in modo frammentario, episodico, quindi incompleto. Si è scritto in occasione della presentazione di qualche sua opera. ma l'uomo, invece, merita molto ma molto di più.

Ed ora, prima che il tempo cancelli le tracce ed i ricordi si disperdano, sarebbe bene pensare a realizzare una pubblicazione, in cui raccogliere gli scritti e le testimonianze di coloro che lo conobbero e lo apprezzarono, con un catalogo fotografico delle sue principali opere.Questo sarebbe anche un modo per ringraziare Renzo per quel vasto patrimonio d'arte che ha lasciato in eredità a tutti noi.

Renzo Antamati era nato a Tirano all'inizio del secolo in una famiglia di robuste tradizioni artigiane, quando essere artigiani non significava solo essere capaci di riparare, ma essere artigiani voleva dire essere costruttori e, a volte, per corrispondere alle necessità della gente, anche geniali inventori. In questo senso, il padre di Renzo, si distinse in modo particolare ottenendo (ce lo ricordava a volte Renzo con fierezza) anche dei brevetti.

La sua infanzia si svolge quindi "in bottega", assimilando tecniche di lavoro antiche e prestigiose che non abbandonerà mai nel corso della sua vita, e che saranno alla base dei suoi capolavori.

Renzo nella sua giovinezza vive alcune esperienze di lavoro fuori provincia (a volte ci ricordava il periodo trascorso a Bellano) ma continua a coltivare con continuità la sua innata passione per il disegno, una componente di estrema importanza per la sua vita d'artista.

Poi, finalmente, il ritorno in Valle e l'apertura della "sua" bottega. Un sogno a lungo coltivato durante le lunghe e malinconiche assenze da Tirano. E qui, anno dopo anno, nascono quei mirabili capolavori che ornano chiese, edifici pubblici e spiccano in collezioni private.  Sarebbe inutile, in questa sede, voler anche solo tentare una elencazione di quanto ha fatto nella sua laboriosa esistenza, poiché tante sono le opere da lui realizzate.

La faremo, quando disporremo di maggiori notizie, in modo più adeguato, quale nostro contributo alla sua cara memoria.

Ora Renzo è laggiù, nel nostro Cimitero e lo andiamo a trovare nel nostro giro quotidiano, assieme agli altri amici che ci hanno preceduti.

Vorremmo però, prima di chiudere questa breve nota, ricordare una persona a lui tanto cara, che l 'ha accompagnato nella sua esistenza con un affetto e una dedizione al di fuori del comune: quell'angelo di bontà che è sua moglie. Sì, perchè Renzo ha potuto realizzarsi e coronare le sue aspirazioni perchè la fortuna gli ha dato per compagna una donna così.

(articolo non firmato)