IL RICORDO

daCorriere della Valtellina” Settimanale della Democrazia Cristiana - N° 14 del 3 aprile 1986

 

Si è spento all’età di 86 anni

 RENZO ANTAMATI  DA ARTIGIANO AD ARTISTA

 

di Bruno Ciapponi*

 

Venerdì 28 corrente si è spento a Tirano, dove era nato 86 anni fa, Renzo Antamati, certamente il più noto e celebrato fra gli artigiani della provincia di Sondrio, per tanti anni titolare di una frequentatissima bottega posta a metà del viale che collega Madonna a Tirano la cui rinomanza andò ben oltre i confini provinciali.

 

"Pietà Cozzolino"

Particolare

 

Nella paterna officina di fabbro-lattoniere all' ombra del santuario, aveva appreso l'arte di piegare il metallo nelle forme volute, ma anche maturato una personalità aperta al coraggio innovativo che lo avrebbe condotto a divenire (a quei tempi) dapprima carrozziere di automobili e poi fondatore di una insuperata officina per la produzione di manufatti di artigianato artistico o, per dirla con Paolo Arcari che gli dedicò un articolo nel novembre del 1949, a passare «da artigiano ad artista».

 

Soldato nella Grande guerra, promotore di varie iniziative sociali nel paese (organizzò fra l'altro una filodrammatica e una bocciofila) fu di certo un personaggio interessante ed eclettico non privo di senso dell'umorismo e del sano gusto della burla. Qualcuna toccò anche al futuro tenore Giuseppe Di Stefano di cui divenne amico nell'internamento di Röggiswil nel Canton Lucerna dove, dopo 1'8 settembre 1943, si era rifugiato.

Fu in questo periodo che, con attrezzi di fortuna costruiti da sè, realizzò, sbalzandoli, i ritratti del generale svizzero Guisan e di San Nicola De La Flue, canonizzato allora, che gli valsero l'apprezzamento e la stima dei responsabili militari del campo e - quel che più conta - la possibilità di lavorare, così da poter in qualche modo aiutare la famiglia in Italia.

Lo sbalzo in rame (benché ne abbia fatti anche in ferro) fu la sua vera passione, sia quando per necessità di mercato tramutava vecchi paioli e secchie in portavaso di gusto rinascimentale o in eleganti portaombrelli, sia quando invece poteva dedicarsi alla realizzazione di pannelli con ritratti (li fece di Ezio Vanoni e di Giovanni Bertacchi), o di movimentate scene di gruppo.

 

Dell'attività e del personaggio Renzo Antamati si sono interessati i tre più autorevoli letterati tiranesi contemporanei; oltre al già citato Paolo Arcari, Balilla Pinchetti che lo introdusse nell'ambiente di Brera dove fu apprezzato (in particolare da Manzù) e Renzo Sertoli Salis che ha scritto di lui in diverse occasioni.

Le sue opere più significative sono: «La pesca miracolosa» posta sulla facciata della canonica di Tirano (dove prestò il suo volto a S. Pietro), «L'Apparizione», ora nell'androne del rinnovato palazzo San Michele a Madonna, «La battaglia di Teglio» alla Banca Piccolo Credito, «Le arti» nell'atrio del cinema «Mignon». Ha anche realizzato monumenti funebri nel cimitero di Sondrio e in quello di Tirano dove ora riposa.

Sua è anche la porta in ferro d'accesso al campanile del Santuario dove - ­ormai tre lustri or sono ­ ebbe parte ai restauri nel difficile e delicato ripristino dello storico San Michele bronzeo che svetta sulla cupola della Basilica nella quale, malgrado l'animata giornata pre-festiva, erano in molti (ma certo non tutti i suoi estimatori) a salutarlo sabato.

 

*Promotore e curatore di studi, pubblicazioni, mostre, convegni, rassegne cinematografiche, d'arte e poesia è succeduto a Renzo Sertoli Salis nella direzione del Bollettino della Società Storica Valtellinese della quale è consigliere dal 1970 e attualmente vice presidente. Studioso di demo - antropologia e di storia locale ha diretto il Museo Etnografico Tiranese di Madonna di Tirano che ha lasciato per accettare l'incarico di Assessore alla Cultura dello stesso Comune. Dal 1996 è Art director della rivista “Contract”.