CRITICA |
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da "L'Ordine" - Anno XCIV -venerdì 2 febbraio 1973 I
capiscuola dell’artigianato artistico
Mastro Renzo Antamati: un bulino da
leggenda Le sue opere figurano sulle enciclopedie - Una nuova tecnica - L'incontro con Manzù
di Giancarlo Berandi*
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Il portone della "bottega" di Renzo Antamati è sprangato. Ma,
mentre procediamo lungo il vialetto d'accesso alla sua casa di Tirano, il
ritmico battere di un martello ci annuncia che mastro Renzo è ancora al lavoro. Antamati, depone bulino e martello, interrompe il suo lavoro attorno
ad un grande pannello in rame sul quale, anche se appena abbozzati, si vedono
armati e cavalli in lotta. Ed è, com'egli ci spiega, la battaglia tra guelfi e
ghibellini, svoltasi attorno al
Scrivere su Renzo Antamati è difficile, si rischia di ripetersi, ... Quando un uomo ha le sue opere citate nelle enciclopedie,
vuol dire che è già "personaggio". Un personaggio, nel nostro caso,
che non ha perso nulla della sua semplicità e, quindi, della sua stessa
originalità; la sua spontaneità e soprattutto la sua umanità, sono quelle
dell'artigiano che vive il suo lavoro nell'arte. Un artigiano che oltre ad innestarsi sulle più prestigiose tradizioni del seicento valtellinese, ha saputo diventare un autentico punto di riferimento nell'arte della lavorazione del rame, del ferro e del peltro.
Antamati è nato agli inizi del secolo e, precisamente, il 18 dicembre Frequentate le scuole tiranesi, è costretto a cercare, ancora giovane,
al di fuori della valle un lavoro e lo trova presso una ferriera di Bellano
dove resterà sino alla chiamata alle armi. Nel 1921, libero da ogni impegno, ritorna in valle, a Tirano, e concretando quello che è sempre stato il suo sogno apre la “sua" bottega; continua però a studiare il disegno, le forme, le proporzioni e le prospettive.
Nel 1930, conosce il prof. Morgani che sta lavorando agli affreschi
dell'abside nella Collegiata di San Martino. Nasce
così una amicizia ed una stima che si protrarranno nel
tempo. Antamati affina la tecnica del disegno e, con l'aiuto di Morgani,
apprende anche quella della pittura e dell'affresco. Una, esperienza
che si rivelerà in seguito preziosa poiché
lo portèrà a ricuperare alcuni affreschi del ' Scorrono gli anni e dalla bottega di mastro Renzo escono ragazzi che si fanno conoscere ed apprezzare: alcuni sono oggi tra i più affermati artigiani del rame e del ferro nella vicina Svizzera.
Nascono nella sua bottega "La pesca miracolosa", l'Apparizione"
e "La cacciata dei Grigioni" che richiamano su di lui l'attenzione
dei maggiori specialisti italiani e stranieri della lavorazione
del rame. In particolare, stupisce la sua capacità di realizzare pannelli di
grandi dimensioni a sbalzo, superando i limiti imposti dalla tecnica del "piombo
e pece". Ma ciò che rende particolarmente fiero
Antamati è il ricordo di un lontano incontro con Manzù. Questi,
stava tenendo una lezione, e dopo aver guardato i suoi lavori chiamò gli studenti
ad ammirarli e, stringendogli la mano, disse: "Osservate: è il lavoro di
un autodidatta, di un artigiano!". Un artigiano valtellinese, aggiungiamo noi, che ha saputo riportarci all'arte ed al prestigio del nostro Seicento.
*Giancarlo Berandi, giornalista, direttore responsabile de "Il Tiranese", trimestrale di informazione, arte e storia della Cultura Retica ed Alpina
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