CRITICA

 

dalCorriere della Valtellina “  Settimanale della Democrazia Cristiana -9 settembre 1959

 

Verrà inaugurato il 29 a Madonna di Tirano

IL PANNELLO DELL’APPARIZIONE OPERA DI MASTRO ANTAMATI

 

di Giuseppe Mambretti*

 

Tra alcuni giorni verrà collocato nei pressi del portale d’ingresso del Convento dei Padri Serviti, rettori del Santuario di Madonna di Tirano, un bellissimo pannello in rame sbalzato raffigurante l’apparizione al Beato Mario degli Homodei della Santa Vergine, avvenuta nel 1504. Il pannello, che sarà inaugurato in occasione della festa della Apparizione che cade il 29 settembre, misura m 2 per 1,50 ed è stato realizzato su unica lastra di rame dello spessore di 12/10, poco più di un millimetro, da Mastro Renzo Antamati.

 

“Bene Avrai”: due parole semplici, dal significato chiaro, che tengono celato un sentimento profondo come l’azzurro del mare, come la volta del cielo stellato d’agosto. Risposta ad una domanda altrettanto semplice, ma tanto palpitante, uscita dalla bocca di un uomo che ha passato la sua vita vivendo in Lei: nella Vergine. Le due figure, estratte da un sapiente martello da una rozza lastra di metallo dai riflessi di un tramonto tinto di sangue, spiccano in tutta la loro maestosità ed invitano alla riflessione. (...)

"L'Apparizione"

I sentimenti che ci vengono suggeriti prepotentemente, se ci è lecito usare questo termine forse un poco infarcito di prosopopea, dalla vista dell’ultima opera di Mastro Antamati esulano dai confini dell’abituale e, trascendendo, ci portano a riflessioni più alte, a pensieri più profondi. La rudezza del metallo trattato, che contrasta in modo tangibile con la dolcezza delle figure di questa “Apparizione”, sollevano in noi voci e volti, passioni e pensieri, che non sono immobili ma, seguendo la dolcezza delle figure, la loro plasticità, ci portano in mondi che prima ci eravamo rifiutati, nella nostra ottusità di piccoli comuni mortali, di prendere in esame. Guardando il Beato Mario - che con le braccia aperte sembra volere umilmente quel qualcosa che tutti andiamo cercando affannosamente su questa terra - ci sovvengono le poche nozioni evangeliche apprese sui banchi di scuola ed assieme ad esse rivediamo dinanzi a noi il volto dell’anziana maestra che dice con voce piana “Beati i puri di cuore, perchè di essi sarà il regno dei cieli”. (...)

La bisaccia che pende da una spalla ed il cestello dei fichi appoggiato alla nuda terra restano lì immoti, senza vita, a significare il legame che ci tiene uniti a Dio che ci vuole figliuoli suoi: il lavoro. Ed i vigneti che si intravedono sullo sfondo, in linee regolari, sui monti che si infiggono profondamente nel cielo di rame simili a giganti di un ciclopico paesaggio, ribadiscono il concetto dell’uomo legato alla terra, della terra legata alla vita di ognuno di noi.

La piccola chiesa, sospesa tra il cielo e l’abisso in mezzo alle due figure, unica testimone di un miracolo che è stato proiettato, senza riserve, nel futuro e che sarà comune a noi ed a quanti vivranno tra cento lustri, rende chiaro il concetto del ponte spirituale che deve unire l’uomo al suo Creatore, la terra al Cielo, la vita di oggi a quella di sempre.

Poi la nube che nasconde al nostro sguardo, non ancora sazio di verità, un lembo di paesaggio ed una vetta ardita,  richiama il nostro occhio su una semplice figura di donna che nei tratti del viso e nelle movenze della persona rinserra tutta la dolcezza e tutta la purezza di una madre, di tutte la madri.

(...)E il significato della domanda e della risposta che sovrastano il paesaggio e le figure a noi tanto care, appare allora nella sua vera luce. (...)

 

* Giuseppe Mambretti (1937-1989)   giornalista professionista, collaboratore  di diverse testate nazionali (tra cui Il Giornale), e locali ( l’Eco delle Valli  e il Corriere della Valtellina, del quale è stato direttore), oltre che di radio e televisioni della Provincia di Sondrio.