CRITICA

dal "Corriere della Valtellina" Settimanale della Democrazia Cristiana - 11 marzo1954

 

IL PRODE ANSELMO

 

(...) più notevole il fatto che per la prima volta comparve per le vie di Tirano il cittadini-eroe in cerca di monumento.

 

Sfidando l'opinione pubblica che ancora non si sa se favorevole o meno, Renzo Antamati fece questo ragionamento: io sona una vittima del progresso. Se i tempi fossero rimasti quelli di una volta, la gente verrebbe ancora da me a farsi fare i vestiti in ferro battuto. Tocca dunque a me vendicare i tempi antichi. Detto fatto, si preparò un completo armamentario da Crociato, appiccicando sullo scudo uno dei suoi portavasi in rame sbalzato (tanto per un po’ di propaganda) e mise l'elmo sulla testa «per non farsi troppo mal», cioè mise sulla testa un secchio, uno dei suoi  lavori artistici, che andava bene capovolto a fungere da elmo. Fattosi poi prestare un asino, comparve in arcioni per le vie della città, col suo garzone vestito da schiavetto moro e un altro ammasso di sciarpe multicolori che non si capiva se fosse il Sultano o un’odalisca o semplicemente  il conducente dell' asino.

 

Il Prode Anselmo così combinato tra la maschera paesana e la rievocazione storica si tirò dietro un codazzo di simpatizzanti. Lode al bravo Antamati, protomartire (per quattro ore a cavallo di un asino) di quella idea del Prode Anselmo che dovrebbe essere il caposaldo del folclore tiranese. Speriamo di vedere in prossime manifestazioni il "Prode Anselmo che porta al seguito l'Oriente «pipe, sciabole. tappeti, odalische, jatagan, scimitarre, minareti» con la ridda delle fantasie colorate. Perchè in fondo queste manifestazioni popolari devono essere festa di colori, il chiasso dei colori è anch’esso la risata che ogni tanto fa bene.

(articolo non firmato)