CRITICA |
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da “Eco delle Valli” Settimanale indipendente della provincia di Sondrio - 14 gennaio1954
DA' VITA AI
SOGNI BATTENDO MARTELLATE
Ha
clienti difficili ed estrosi la “Bottega d'Arte” dell'artigiano Ma ciò stimola l'inventiva di Renzo Antamati e lo sprona sul sentiero dell'arte di Bruno Gualzetti * |
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Un sentimento caldo o un
pensiero elevato, per esempio il senso di spiritualità della preghiera, si può
esprimere con il canto, mettendo nella voce tutta l’anima. (...) Lo stesso
sentimento, o il pensiero, si possono esprimere toccando le corde di uno
strumento. (...) Ma il gentile senso della
preghiera, l’arcano anelito verso
*** Renzo Antamati è uno di questi curiosi tipi di artigiani-artisti che esprimono i loro sentimenti a martellate, prendendosela con lastre di rame, di ferro o di altre materie. Io pensavo che i suoi lavori fossero il risultato tra l’altro di una qualche scaltra attrezzatura tecnica.(...)
Ma penetrato nel suo laboratorio per carpirne i segreti non ebbi a faticare per convincermi che ogni suo “pezzo” è fatto una volta tanto in unico esemplare, come sono tutti i pezzi ad esempio di un pittore, frutto di una ispirazione, di un colpo d’occhio, di uno stato d’animo che non si ripetono mai nelle identiche combinazioni. Renzo Antamati non si fece molto pregare per mostrarmi i ferri del suo mestiere: un martelletto ed una “pertichetta” di legno quadrata, di quelle che si adoperano anche nell’orto per sostegno delle piante di pomodoro. La “pertichetta” si fissa in una morsa in modo che rimanga ferma per appoggiarvi sopra la lastra di rame e “tenere botta” mentre il martello picchia. Gli arnesi sono tutti quelli, assieme ad un poco di punteruoli per la bulinatura; il resto viene dall’abilità nel maneggiare il martello per sbalzare nel metallo il sentimento, per esprimere ad esempio la spiritualità della preghiera che vi è in due mani. Sono due mani sbalzate in un quadretto di metallo, a metà protese e quasi congiunte, ma non del tutto chè tra l’una e l’altra, vi è in virtù di una ammaccatura del rame una distanza misurata con l’estro intuitivo. (...)
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